martedì 28 giugno 2016

Il Comitato Esecutivo Unatras revoca il fermo e chiede un tavolo di confronto con il Governo

Il Comitato Esecutivo Unatras revoca il fermo e chiede un tavolo di confronto con il Governo. Le associazioni riunite nel Comitato Esecutivo Unatras in data odierna per valutare la concretizzazione delle misure attese dalla categoria prendono atto della comunicazione inviata dal Gabinetto del Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Graziano Delrio che ha assicurato lo sblocco dei provvedimenti economici. Allo stesso modo si attende di conoscere in tempi brevi notizie certe sulla misura della de-contribuzione relativa agli autisti che effettuano trasporti internazionali.

Si ritiene, inoltre, necessaria l’attivazione di un tavolo di confronto sui temi urgenti riguardanti il dumping sociale, i tempi di pagamento, la regolarità delle imprese attraverso l’Albo ed i costi di esercizio per l’autotrasporto. Per le ragioni suesposte il Comitato Esecutivo ha deciso la revoca della proclamazione del fermo dei servizi, confidando di poter ottenere nei prossimi giorni i decreti attuativi previsti.

Ministero del Lavoro, finta indennità di trasferta: sanzioni di infedele registrazione in caso di disconoscimento della trasferta

Ministero del Lavoro, finta indennità di trasferta: sanzioni di infedele registrazione in caso di disconoscimento della trasferta. La Direzione Generale per l’Attività Ispettiva, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha emanato la nota n. 11885 del 14 giugno 2016, con la quale, rispondendo ad un quesito, evidenzia il sistema sanzionatorio applicabile in caso di “disconoscimento” della prestazione lavorativa effettuata in regime di trasferta. In particolare, in relazione al quesito proposto inerente la non conforme scritturazione/registrazione della voce “trasferta”, occorre considerare come la disciplina dettata in materia dall’art. 51, comma 5, D.P.R. 917/1986 (TUIR) contempli un regime differenziato in ordine alle somme che concorrono a formare il reddito a seconda che le trasferte siano effettuate nell’ambito del territorio comunale, fuori di esso o all’estero, anche in relazione alla tipologia di indennità corrisposta al lavoratore, come possono essere ad esempio rimborsi analitici, indennità forfetaria o sistema misto.
La non conforme registrazione della voce trasferta può quindi integrare la condotta di infedele registrazione tutte le volte in cui venga riscontrata, a seguito di accertamento ispettivo, una difformità tra la realtà “fattuale” e quanto registrato dl LUL, e sempre che “l’erronea” scritturazione del suddetto dato abbia determinato l’effetto di una differente quantificazione dell’imponibile contributivo, ai sensi e per gli effetti dell’art. 51, comma 5, summenzionato. Tale difformità, si configura certamente nel caso in cui la trasferta non sia stata proprio effettuata o la relativa indennità occulti emolumenti dovuti ad altro titolo, appalesando con ciò un intento evidentemente elusivo.
Allo stesso modo, rilevano le difformità riscontrate dal personale ispettivo nel diverso ed ulteriore caso di registrazione, sotto la voce trasferta, di somme erogate per compensare prestazioni lavorative, che essendo normalmente rese in luoghi variabili e diversi, devono essere sottoposte al regime di cui all’art. 51, comma 6, del D.P.R. n. 917/1986 (c.d. lavoratori trasferisti nell’accezione chiarita dalla Suprema Corte: cfr. sent. N. 3066 del 17 febbraio 2016).
In tale secondo caso, infatti, la difformità rilevata dal personale ispettivo, oltre a determinare l’applicazione di un diverso regime previdenziale e fiscale comporta la registrazione di un dato – la voce trasferta – che non corrisponde sotto il profilo qualitativo alla causale o titolo che sta alla base delle erogazioni effettuate dal datore di lavoro: in caso di trasferta, infatti, le somme corrisposte, in quanto volte a compensare il lavoratore per il disagio derivante dal temporaneo svolgimento della prestazione lavorativa presso una sede diversa dal luogo di lavoro, hanno carattere eminentemente restitutorio (cfr. Cass. Sent. N. 27826 del 30 dicembre 2009), mentre nel caso dei lavoratori c.d. trasferisti, le somme erogate hanno natura esclusivamente retributiva, essendo legate al peculiare atteggiarsi della prestazione lavorativa (cfr. Cass. Sent. N. 5289 del 6 marzo 2014).
In entrambi i casi, le erogazioni sonno assoggettate a differenti regimi contributivi , art. 53, comma 5, D.P.R. cit., per l’indennità di trasferta ed art. 53, comma 6, D.P.R. cit., per le indennità e le maggiorazioni di retribuzione spettanti ai c.d. trasferisti. In definitiva, il regime sanzionatorio di cui all’art. 39, comma 7, D.L. n. 112/2008 per infedele registrazione sul LUL può trovare applicazione nei casi in cui la registrazione del dato risulti sostanzialmente non veritiera:
_ sia in ordine ai dati meramente quantitativi della stessa ad esempio una differente retribuzione di fatto erogata o differente orario di lavoro/riposi effettivamente goduti;
_ sia in ordine ai dati qualitativi non inerenti la qualificazione giuridica del rapporto di lavoro ma alla scritturazione sul LUL di una causale o titolo fondente l’erogazione economica che non trovi riscontro nella concreta esecuzione della prestazione;

In entrambi i casi, sempre che dall’infedele registrazione sul LUL derivino ricadute sotto il profilo retributivo, previdenziale o fiscale.

L’analisi del Centro Studi Cna fa emergere come vi sia in Italia una grossa differenza tra i costi del lavoro

L’analisi del Centro Studi Cna fa emergere come vi sia in Italia, rispetto ad altri Paesi europei, una grossa differenza tra costo del lavoro pagato dalle imprese e quanto entra nelle tasche dei dipendenti: il cuneo fiscale italiano è il quinto più alto tra i Paesi Ocse. In realtà il cuneo fiscale italiano, pur molto alto (il 48,9%, del costo del lavoro totale), è molto simile per entità a quelli di Francia (48,5%) e Germania (49,4%), nei quali però il reddito netto da lavoro dipendente supera il livello italiano rispettivamente di 28,5 e 38,4 punti percentuali. Il costo del lavoro complessivo in Italia nel 2015 è 40.562 euro, il cuneo fiscale 19.860 euro, il reddito da lavoro netto è 20.702 euro.  In Germania il costo del lavoro tocca i 56.133 euro, il cuneo fiscale i 27.749 euro, il reddito netto è 28.383 euro. In Francia il costo del lavoro raggiunge i 52.104 euro, il cuneo fiscale i 25.248 euro e il reddito netto è 26.856 euro.
Il vero gap di competitività, che rende così poco corpose le buste paga dei lavoratori dipendenti” evidenzia il Centro Studi CNA “è da ricercare nella produttività che, rimasta al palo in Italia dal 2000 a oggi (+0,4% l’aumento cumulato nel periodo considerato), è aumentata del 15,5% in Germania e dell’14,0% in Francia questo divario determina lo scontento nel mondo del lavoro da entrambe le parti. Gli imprenditori ritengono elevato il costo del lavoro e i dipendenti non trovano ben ripagato il loro impegno in busta paga. È necessario cambiare rotta altrimenti, non riusciremo a metterci al passo di Paesi che da sempre prendiamo come modello ma che di fatto applicano politiche economiche differenti. Un ragionamento che vale per tutte le regioni italiane. La produttività delle imprese può essere stimolata dagli investimenti degli enti pubblici che creano occasioni di lavoro sul territorio. Le contribuzioni, invece, non sempre creano vera ricaduta economica: sono aiuti temporanei alle aziende ma non determinano un cambio di passo nella produttività. Quest’ultima è legata all’innovazione, la quale però diventa insufficiente se poggia sulle sabbie mobili di un sistema economico, culturale e amministrativo che, complessivamente, rema contro”.

In tal senso, i rilievi mossi lunedì dalla Corte dei Conti sui Rendiconti 2015 della Regione Trentino Alto Adige e delle Province autonome sono significativi. Alcuni capitoli non sono stati parificati, tra cui l’applicazione della legge del 2012 della Regione, sulla base della quale vengono devoluti alle Province autonome più di 500 milioni di euro con una sorta di prestito, destinato allo sviluppo tramite contributi a privati ed imprese. Su questo punto la corte ha rilevato che si tratta di una violazione dell'articolo 119 della Costituzione, secondo la quale la pubblica amministrazione può indebitarsi soltanto per investimenti, ad esempio per realizzare infrastrutture e non per spese correnti. I rilievi della Corte dei Conti mostrano che la gestione della spesa pubblica non è ancora ottimale.

RENAULT TRUCKS Optifleet, il nuovo sistema per assistere l’autista

Renault Trucks sta ampliando il proprio strumento di gestione flotte, Optifleet, con una nuova funzionalità per supportare il conducente alla guida economica. Questa funzione permette di monitorare e valutare il comportamento degli autisti, attraverso un algoritmo sviluppato da Renault Trucks grazie ad una esperienza di 20 anni nella guida economica. Il consumo di carburante di un veicolo è il risultato di un comportamento di guida, ma non solo, intervengono anche molti parametri indipendenti dalla volontà del conducente, come il carico, il percorso e le condizioni del traffico. Renault Trucks ha sviluppato una nuova funzionalità che valuta solo lo stile di guida del conducente, basandosi su criteri oggettivi. Integrato nel sistema di gestione flotte Optifleet, questa nuova funzione consente, ai responsabili flotta, di monitorare meglio e analizzare le prestazioni di guida dei propri conducenti, riducendo i costi di utilizzo dei veicoli. Grazie ad una interfaccia di facile lettura, è semplice accedere ai dati di guida di ciascun autista, analizzare i parametri e definire se vi è necessità di formare gli autisti con corsi di guida. La società francese Inter-Légumes, in questi ultimi mesi, ha testato questa nuova funzione gestendo la propria flotta di 55 veicoli Renault Trucks T: “Questa nuova funzione di Optifleet facilita il monitoraggio e il dialogo con i nostri autisti, mostrando in tempo reale l’andamento di guida e la gestione del veicolo da parte dei conducenti, consentendo di creare un dialogo con gli stessi basato su dati precisi e oggettivi”, spiega Christophe Boulicaut, formatore dell’azienda. "Inoltre, con pochi click, ho accesso alle prestazioni di ciascun autista e posso identificare rapidamente le aree di miglioramento e le formazioni di guida. Ogni mese mi mostra la classifica di ogni autista, consentendoci di definire il migliore del mese”. I report indicano le performance di guida di ciascun autista tramite dei valori numerici, colori definiti (verde, rosso, arancione), fornendo l'andamento nel tempo. Il Responsabile flotta potrà ricevere le relazioni in formato PDF ogni settimana o ogni mese e visualizzarle in qualsiasi momento sul proprio smartphone. Questa nuova funzione si basa su un algoritmo sviluppato da Renault Trucks attraverso 20 anni di esperienza in tema di guida economica. Questo algoritmo classifica i criteri e non tiene conto del consumo, ma considera elementi su cui gli autisti non possono agire direttamente come il carico, le condizioni della strada o le condizioni del traffico.
In dettaglio, il sistema misura l'efficienza di guida dell’autista sulla base di tre criteri principali:
-              L’anticipazione ovvero l’utilizzo dell’inerzia del veicolo e del pedale del freno.
-              Corretto utilizzo del veicolo tempo speso in zona verde e utilizzo del cambio robotizzato in modalità automatica.
-              Tempo passato con il motore al minimo

Inoltre, vengono presi in esame parametri come l'uso improprio della modalità Power ed il numero di fuori-giri durante l’utilizzo del cambio robotizzato in modalità manuale. Questa nuova funzione è inclusa nel modulo Check e non ha costi aggiuntivi all’attivazione di Optifleet. Per tutti coloro che hanno già installato Optifleet, vi sarà un aggiornamento automatico e gratuito. Con questa nuova evoluzione di Optifleet, Renault Trucks rafforza le proprie soluzioni per supportare i clienti che desiderano impegnarsi per monitorare e migliorare i consumi dei propri autisti attraverso l’utilizzo di uno strumento semplice ed efficace. Con questo strumento anche le aziende consolidate potranno migliorare la propria efficienza.

TAV Torino-Lione, la Francia congela l'alta velocità

Pur ribadendo formalmente l'utilità pubblica e l'urgenza della realizzazione della linea ad alta velocità Torino-Lione, la Francia rimanda l'inizio dei lavori per la costruzione dell'opera al 2030. La Francia dice sì alla linea Tav Torino-Lione, ma allo stesso la congela, dilatando l’inizio dei lavori per la costruzione dell’opera al 2030.
La Francia dice sì alla linea Tav Torino-Lione ma allo stesso la congela, dilatando l’inizio dei lavori per la costruzione dell’opera al 2030. Sulla Gazzetta Ufficiale transalpina, è stato pubblicato un decreto che solo in apparenza sembra accelerare l’iter per il corridoio ferroviario italo-francese, fortemente avversato dalla ventennale opposizione della valle di Susa, ormai condivisa da larghi strati dell’opinione pubblica italiana: grande opera misteriosamente assurda, mai motivata in modo serio, giudicata completamente inutile dal punto di vista strategico e pericolosa per il suo impatto sull’ambiente e sulla salute, nonché sulle finanze pubbliche, a unico beneficio delle banche.
Spacciata inizialmente come linea passeggeri, sul modello TGV, la Torino-Lione è bocciata dai numeri: traffico inesistente. Convertita in linea per le merci, come doppione dell’attuale ferrovia che attraversa la Valle di Susa, la linea Torino-Modane, il risultato non cambia. La storica linea che passa sotto il Frejus è semideserta, segno evidente che Italia e Francia non hanno nessun bisogno di una nuova arteria, tantomeno dai costi astronomici.
Da un lato, sottolinea Mollica, la Francia ribadisce formalmente l’utilità pubblica e l’urgenza dei lavori. L’obiettivo finale è creare un itinerario d’accesso, che ancora non esiste, al cantiere del tunnel di base di 57 chilometri nei pressi di Chambery. In questo modo, potranno partire i lavori propedeutici alla costruzione dell’infrastruttura, gli espropri dei terreni compresi tra i comuni di Saint Jean de Maurienne, Avressieux, Francin e Montmelian.
Tutte azioni ancora di là da venire: sul versante francese, infatti, il progetto Torino-Lione non è mai partito, se si escludono le “discenderie” preliminari realizzate anni fa.  E anche adesso che Parigi decide di cominciare finalmente a progettare l’iter realizzativo, in realtà sembra puntare a rinviare il programma all’infinito. La decisione, che apparentemente sembra un’accelerazione sulla realizzazione di questa infrastruttura ferroviaria, rappresenta invece un pesante rallentamento. Nella dichiarazione di utilità pubblica e urgenza dei lavori, l’orizzonte temporale degli espropri per accedere ai cantieri viene infatti dilatato ad un ritardo massimo di ben quindici anni.
La conclusione della fase preliminare dei lavori dunque slitta addirittura al 2030? Questo evidenzia il sostanziale congelamento della Torino-Lione, coerentemente a quanto annunciato dal governo francese nei mesi scorsi. Nel rapporto “Mobilité 21” redatto dalla commissione guidata dal deputato socialista Philippe Duron, infatti, il TAV era stato escluso dalle opere prioritarie, alla luce delle attuali ristrettezze finanziarie: “Il rapporto aveva indicato alcune opere ad alta velocità da costruire con i fondi disponibili da qui al 2030, e tra queste non c’era la Torino-Lione”.
Dal rapporto Duron viene rimarcata la saturazione della linea attuale, cioè la condizione per la costruzione del collegamento-bis tra Italia e Francia, condizione che potrebbe non verificarsi prima del 2035 o del 2040. “Di conseguenza, l’opera viene classificata come non prioritaria, e come tale potrebbe non ricevere fondi per la sua realizzazione nei prossimi anni”, ha dichiarato Philippe Duron, “Senza fondi e con lavori propedeutici spostati fino alla fine del 2029, la Francia pare aver accantonato la Tav”.