domenica 18 dicembre 2016

Congresso Nazionale FAST – Confsal, Roma 13-14-15 dicembre 2016

Pietro Serbessi, riconfermato Segretario Nazionale di FAST - ConfSAL
La FAST (Federazione Autonoma Sindacati Trasporti) è una delle confederazioni sindacali maggiormente rappresentative sul piano nazionale. Tale riconoscimento le è stato conferito sul campo, grazie all’adesione di un gran numero di lavoratori del settore dei trasporti. FAST è legata a ConfSAL, la (Confederazione generale dei Sindacati Autonomi dei Lavoratori), la più rappresentativa tra le sigle sindacali autonome secondo quanto è emerso dalle rilevazioni del Ministero del Lavoro in forza di contratti e negoziati stipulati, nonché della diffusione sul territorio nazionale.
Si sono svolti a Roma i lavori del congresso nazionale di FAST – Confsal, hanno visto la riconferma all’unanimità di Pietro Serbassi in veste di Segretario Nazionale. Per quanto riguarda il comparto degli autisti di mezzi pesanti, è entrato a far parte della Segreteria Nazionale, Giuseppe Niosi già responsabile della segreteria Piemonte e Valle d’Aosta di FAST - Confsal Autotrasporto.
La mozione conclusiva del congresso approvata all’unanimità dall’assemblea, ha fissato nuovi obbiettivi che dovranno essere raggiunti dai lavoratori, ritenendo che le scelte finora attuate in ambito delle riforme sulle pensioni e sul mercato del lavoro “FORNERO, JOBS ACT e APE” ad oggi realizzate, hanno fallito clamorosamente gli obiettivi e deluse le aspettative dei lavoratori.
Il periodo politico ed economico che abbiamo attraversato non ha certamente aiutato a rafforzare il sindacato in genere, né a conquistare quel diritto di tribuna che in una democrazia avanzata dovrebbe appartenere a tutti i sindacati che dimostrano di essere in grado di esprimere capacità negoziali e organizzative di supporto ai lavoratori che liberamente ad essi si associano. FAST – Confsal ha saputo in più occasioni dimostrare di possedere le virtù necessarie per sedere ai più importanti tavoli di trattative, ma la strada per farsi accettare come federazione dei trasporti e servizi è ancora lunga.
Per meglio comprendere la fase storica che stiamo vivendo e il livello di regresso sociale cui siamo giunti, basta scorrere le pagine del 50° rapporto del Censis. Sentire dire che l’Italia è un Paese ripiegato su se stesso, che regge nonostante tutto grazie al lusso, alla filiera enogastronomica, ai macchinari e al risparmio delle famiglie, equivale a una brutale sentenza di sconfitta. Nella sua ultima relazione, lo storico presidente del Censis, prof. Giuseppe De Rita, ha fotografato una situazione sociale con molti limiti e rigidità apparentemente insuperabili.
Dalla “bolla di liquidità”, prevalentemente in nero, che testimonia la perdita della propensione ad investire, alla crisi delle istituzioni, che ha portato ad un grave scollamento tra potere politico e corpo sociale, schiacciando i corpi intermedi come il sindacato. Fino alla grande disillusione generazionale, con figli e nipoti più poveri di genitori e nonni. L’enorme risparmio accumulato dagli italiani dall’inizio della crisi, circa 114,3 miliardi di euro, è un dato che mi ha molto impressionato e che dovrebbe far riflettere.
Una montagna di denaro che viene “tenuta sotto il materasso” per paura è la diretta conseguenza di politiche economiche e industriali che hanno portato ad una crescita abnorme del lavoro sommerso, incoraggiando il risparmio cash e la continua ricerca di più redditi. Il risultato è che, a differenza degli anni settanta, quando i risparmi servivano a sviluppare idee industriali e imprenditoriali, oggi gli italiani usano il risparmio come una pura “arma di difesa”.
Sempre secondo il Censis, deriva quel fenomeno distorto per cui i nipoti sono più poveri dei nonni, al punto che si registra per i giovani un reddito inferiore del 15,1% rispetto alla media dei cittadini e per i nuclei under 35 una ricchezza familiare più bassa del 41,2% rispetto alla media nazionale. Sul fronte opposto, mentre per la popolazione il reddito si è complessivamente ridotto dell’8,3%, per gli over 65 è addirittura salito del 24,3%. Un divario inesistente nel passato, se si pensa che negli anni 90 i redditi dei giovani erano superiori alla media nazionale del 5,9%.
Un disagio che ha portato alla ben nota rottura fra classe politica e società civile. Tutte le polemiche sulla casta, sull’etica e sulla morale pubblica, hanno fatto sì che le istituzioni non solo non riescano più a fare da cerniera, ma siano esse stesse sotto attacco, alimentando quel clima di sfiducia che stiamo vivendo. Si tratta di una crisi che i corpi intermedi dello Stato stanno tentando a fatica di affrontare, con i partiti politici scivolati al penultimo posto nella fiducia degli italiani, seguiti solo dalle banche. Chiaramente non possiamo escludere dallo scenario i sindacati che, attraverseranno una crisi ancora peggiore se non sapranno rispondere con nuovi modelli di relazioni sociali, se non saranno in grado di avvicinarsi alla classe operaia ed allontanarsi dai più lusinghieri tavoli del potere, se non avranno la lucidità indispensabile per imboccare la strada del rinnovamento della cultura, prerogative necessarie a garantire il lavoro, il reddito e le tutele essenziali come la salute e la sicurezza. L’accordo tra Confindustria e Sindacati sulla rappresentanza, è un chiaro esempio di come venga limitata la rappresentatività dei lavoratori.
 Il congresso recepisce la necessità politica di tale sottoscrizione e dà mandato alla segreteria nazionale su questo della elaborazione di una posizione convergente con quanto espresso in merito dalla Confsal auspicando una normativa in coerenza con la carta costituzionale a garanzia della rappresentatività. 
Il rilancio del sindacato voluto dall’assemblea congressuale di FAST - Confsal, passa anche attraverso la riorganizzazione dello stesso e la costituzione di un dialogo condiviso da tutto il sindacato autonomo, che bada più alla tutela dei lavoratori che a garantire carriere politiche ed incarichi di governo.
La riorganizzazione della Federazione passa necessariamente con una maggiore interazione tra la Segreteria Nazionale Generale e le strutture periferiche su tutto il territorio Nazionale.
In ragione a quanto deliberato dal congresso e che nella stessa è già indicata, si delineano i seguenti obbiettivi: 
1.         Ricambio generazionale significativo che preveda un rinnovamento;
2.         Formazione permanente di nuovi quadri sindacali a tutti i livelli;

3.         Impegno politico per il raggiungimento della riduzione sulla tassazione del lavoro ed una modifica organica del cuneo fiscale.

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